Per chi se stesse iniziando a chiederselo, NON SONO MORTA DI FAME. Scusate il silenzio. Non so se sia vero o no che mail e telefonate vengano attentamente scrutinate da qualche sorta di servizi segreti Turkmeni. Nel dubbio, ho preferito evitare di espormi fino ad ora. Sufficientemente lontana dal confine, ecco il resoconto della settimana trascorsa.
3 Ottobre. Dopo aver espletato con successo le procedure di uscita uzbeke, ci ritroviamo bloccati nella "terra di nessuno" davanti ad un cancello sbarrato. Con noi c'e' anche Gareth, un viaggiatore inglese che si unisce al nostro tour. (un ottimo acquisto, con il suo fantastico british humor) Il cancello verso il confine Turkmeno viene aperto a discrezione delle guardie di turno e tutta la procedura d'ingresso successiva si rivela complessa e piena di scartoffie. La presenza di Anjela, la guida inviata dall'agenzia, non sembra migliorare la situazione. Per la prima volta veniamo perquisiti uno ad uno ed obbligati a mostrare il contenuto delle nostre borse, di fronte ad una sorta di commissione inquisitoria. Fortunatamente passiamo l'esame ed entriamo quindi nello "stato canaglia" dell'Asia Centrale.
Il programma della giornata prevede la visita dei resti di Konye Urgench, capitale del regno di Khorezm, con il minareto piu' alto dell'Asia Centrale e il secondo al mondo. Una sorta di ciminiera di 64 metri (20 in piu', prima he la furia di Ghengis Khan passasse di li...) la cui stabilita' non da grande fiducia...
Ci aspetta poi il viaggio verso la capitale, attravero il deserto del Karakum, le Sabbie Nere. 600 km di nulla. Viste le condizioni della strada (comunque migliori di quelle della Cina dell'ovest), la distanza non e' percorribile in un giorno. Al tramonto ci fermiamo dunque nell'oasi di Darvaza. Oasi e' un chiaro eufemismo creato per stimolare la fantasia del viaggiatore. In realta' trattasi di 2 capanne nel deserto, un paio di tavoli e una tenda adibita a cucina dove si fermano tutti i viaggiatori di passaggio e che vanta anche una TV con 4 canali russi. Ci godiamo il tramonto dall'altura alle spalle del campo, ma prima di poter riposare le stanche membra, veniamo condotti in visita al "gas crater". Percorriamo 10 km irca di fuoripista e all'improvviso ci troviamo abbagliati da una luce che esce dalla notte. Oltrepassiamo le rocce di fronte a noi ed...eccolo. IL CRATERE. Ora, immaginatvi un buco di diciamo 40 metri di diametro, quasi perfettamente rotondo, dalle cui pareti fuoriescono zampilli di fuoco vivo e dal fondo del quale occasionali fiammate sembrano precedere l'apparizione di Satana in persona. Ci avvicianiamo quanto basta per esserne terrorizzati, senza pero' rischiare di scivolare all'interno sulla terra friabile. E' difficile credere che questa immagine fra il biblico e il miltoniano sia in realta' frutto, forse, di un errore umano. Un'esplosione di un giacimento di gas negli anni 70, ha lasciato questo orribile sfregio, che da allora continua a bruciare incessantemente, essendo il sottosuolo del Turkmenistan una sorta di bombolone senza fondo...
Torniamo all'accampamento ancora in stato confusionale e decidiamo di rimanerci, "stappando" una bottiglia della miglior vodka turkemena. (Forse non tutti sanno che... le bottiglie di vodka in Asia Centrale una volta stappate non possono piu' essere richiuse. Questo evidentemente perche' non si pone mai la situazione in cui una bottiglia - o piu'- non venga consumata interamente durante il pasto) La serata trascorre serenamente fra brindisi all'amicizia tra i popoli (al tavolo siamo un'italiana, un franco-canadese, un inglese, Anjela armena e l'autista Zarfat tataro) e progetti per l'acquisto uno UAZ russo (una sorta di ibrido tra un vecchio pullmino Volkswagen e un carroarmato, ormai la macchina dei nostri sogni). L'idea e' di riempirlo di benzina (anche all'interno) e di proseguire il viaggio. Oltre che un immenso bombolone, il Turkmenistan e' anche un immensa tanica di olio. La benzina costa meno dell'aqua...molto meno. Con 1 dollaro si fanno 60 litri!
Anche la notte trascorre tranquilla. Le capanne turkmene sembrano essere piu' comode delle yurte Kyrgyze...o forse siamo noi che ormai ci stiamo davvero abituando a tutto. Il resto del viaggio procede tra numerosi posti di blocco, un paio di altri crateri (uno colmo di fango bollente, l'altro occupato da un lago) e gruppi di cammelli, i primi che vedo allo stato brado dall'inizio del viaggio. Entrando ad Ahgabad ho una strana sensazione di familiarita'.....Alti grattacieli semivuoti, largo uso di marmo, cupole dorate, abuso di capitelli.... Siamo tornati in Cina?!?!?! Immediatamente capisco come certi stili non siano legati a tradizioni o influssi reiproci. Sono solo una manifestazione della mania di grandezza. Non c'e' altra spiegazione. Ma se in Cina la mania di grandezza e' ormai il documento programmatico di un'intera nazione, qui puo' essere facilmente ricondotta ad un nome, ad un volto. Quello di Turkmenbashi, il Padre dei Turkmeni. Al secolo Saparmurat Niyazov, il presidente. Il suo volto e' letteralmente OVUNQUE, in una varieta' di materiali e pose. Dalle statue dorate nei luoghi piu' ufficiali (inclusa una statua di 4 metri in cima all'Arco della Neutralita', che gira su se stessa seguendo il movimento del sole) ai faccioni pieni dipinti su ogni edifiio, ai poster in varie pose posti lungo la strada o agli incroci. Il mio preferito e' quello in cui guarda distrattamente l'orologio, mentre Henri tende a preferire quello in cui guarda in alto sopra pensiero sorrengendosi il mento con la mano. Anche il poster con lui che cammina fra le spighe di grano in doppiopetto non e' male. Il suo profilo dorato, stile novello Cesare, appare anche su tutti i canali di stato (tipo simboletto di Retequattro o simili) Scuole, ospedali, stadi, musei sono ovviamnte dedicati a lui, o se non a lui, a membri della sua famiglia. La madre sembra avere un posto speciale nel suo cuore, tanto che a lei sono stati dedicati perfino DUE mesi del nuovo calendario introdotto. A parte questo aspetto comico kitch la citta' non ha granche' da offrire. Visitiamo il carpet museum, con il tappeto piu' grande del mondo, un paio di monumenti 'imperdibili' e il bazaar russo, sempre vigili di fronte ai numerosi poliziotti presenti. Oltre che con i passaporti, dobbiamo girare con una serie di altri documenti, da mostrare qualora venissimo fermati, incluso uno che sembra una specie di diploma, un attestato del turista in Turkemenistan, su cui sono specificate tutti i luoghi in cui possiamo recarci. Quel che non compare sull'attestato e' da considerarsi assolutamente tabu'. Anche la macchina fotografica deve essere estratta con particolare parsimonia ed attenzione. (Ragione per cui non sono riuscita a fotografare i poster)
Il giorno successivo lo trascorriamo visitando il Tolchuka bazaar fuori citta', un grande mercato allestito nel deserto 3 giorni a settimana e probabilmente il piu' grande e variopinto di quelli visti fino ad ora. Una delle cose piu' interessanti e' la selezione delle cosiddette 'insalate coreane", che abbiamo visto piu' o meno in tutta l'Asia Centrale, ma che qui sembrano essere le piu' abbondanti, fresche e colorate. Una fila di signore dai tratti somatici chiaramente estremo-orientali che sembrano uscite da un cartone animato, con i loro grembiuli e gli strofinacci legati in testa, vendono montagne di kimchi, carote e altre verdure in una sorta di salamoia piccante e acatata. Sono il frutto delle deportazioni di massa compiute da Stalin, dalle regioni estremo-orientali.
Dal bazaar ci allontaniamo ancora di piu' dalla citta' per visitare un lago sotterraneo. Scendiamo una scalinata nella roccia per circa 60 mt, alla fine della quale si trova un'invitantissima sorgente d'aqua a 38 gradi, verde smeraldo. E' possibile fare il bagno e a quanto pare l'acqua ha effetti benefici, se non che, la guida non ci ha informati di cio' e non siamo preparati a trarre pieno beneficio del luogo, come invece stanno facendo una decina di persone. Ma la tentazione e' troppo forte e prendo l'iniziativa: 'Ragazzi, fra 2 giorni entro in chador. Voi fate come volete...IO ENTRO". Entriamo tutti e tre, e per una ventina di minuti sguazziamo felici e spudorati nella nostra peggior biancheria intima ... Ovviamente non abbiamo ne' asciugamani, ne' tanto meno il cambio, e il resto della giornata e' trascorsa, come (a quanto pare) si suol dire 'going commando'
Come insegna anche il Trivial Pursuit, il Turkmenistan e' il terzo piu' grande produttore mondiale di caviale, e noi da buoni buongustai viziosi che ancora siamo, non ci facciamo scappare l'occasione. Una visita al bazaar e con il nostro russo ormai sempre piu' spavaldo e con meno di 15 dollari ci procuriamo una basla indecente di beluga, burro, creme fraiche, pane e perfino qualche filo d'erba cipollina, per dare un po' di colore. Il tutto e' consumato nella camera di Gareth, spalmando il caviale con il coltellino svizzero e su tovaglioli di carta perche' non abbiamo nemmeno i piatti.
Il giorno dopo lasciamo Ashgabad alla volta di Mary, la seconda citta' del paese e punto di partenza per la visita di importanti siti archeologici. Il posto piu' incredibile e' Gonur Depe. La cosa sorprendente non e' tanto che l'abbiano scoperto, ma che riescano a ritrovarlo ogni volta. Percorriamo 3 ore nel deserto, seguendo strane piste tutte uguali che si diramano in mille direzioni. Con le ossa a pezzi dagli sballottamenti arriviamo a destinazione. Sotto una tendone da sole e in mezzo ad un accampamento messo li per caso, conosciamo Victor Sarianidi, un archeologo russo a capo dei lavori, insieme all'antropologa, una signora somigliante ad una matrioska, che sta effettuando gli studi sull'immensa necropoli venuta alla luce di recente. Gonur Depe risalirebbe al 3000 a.c. e potrebbe trattarsi della terra d'origine dello Zoroastrismo, teoria questa non accreditata presso l'elite archeologica occidentale. Cio' con cui noi veniamo a contatto e' un grande e polveroso labirinto di muri in pessime condizioni, portati alla luce ma senza un chiaro progetto di conservazione. La guida ci fa camminare sui muri stessi e data la mia proverbiale agilita' riesco anche a sgretolarne un buon mezzo metro, nel tentativo di scendere. Alle mie scuse mortificate, la guida mi risponde: "Non preoccuparti. Tanto fra un paio di mesi inizia la stagione delle piogge e quel muro avrebbe comunque fatto la stessa fine". Non mi fa sentire molto meglio....
Il sito di Merv, piu' vicino alla citta' e molto piu' recente e' invece patrimonio dell'Unesco e un po' meglio tenuto.
Trascorriamo l'ultima sera in Turkmenistan stappando l'ennesima bottiglia di vodka, un degno addio all'Asia Centrale, prima della totale astinenza. Per la cronaca, anche il Turkmenistan, cosi' come l'Uzbekistan e il Tajikistan rientrano nella lista dei "paesi musulmani", ma abbiamo appurato che la tradizione sovietica e' ancora oggi molto piu' radicata. Quindi vodka e bagni in mutande come se piovesse!!! Ma da domani non si scherza piu'.... o almeno cosi' credevo allora.
Alla prima settimana di permanenza nella Repubblica Islamica dell'Iran ho nuove storie da raccontare e un punto di vista tutto nuovo. Alla prossima puntata.....
Quando arrivate in Turchia state attenti ai polli!
... passate dalla Turchia, giusto?
Scritto da: alice (sorella Rossana) | 17/10/05 a 16:39
Finalmente ho internet al lavoro, quindi posso seguirvi sempre!
Quanto vi fermate in Turchia?
Scritto da: flames | 18/10/05 a 09:28
Meno male Ross... io cominciavo un po' a preoccuparmi....
bellissimo il racconto del Turkmenistan... mi sembrava di essere in un film!!!
Ah! Lo sai che adesso, ogni volta che incontro o sento qualcuno che conosciamo entrambe, dopo il "ciao come va" la domanda di rito e' sempre: "hai letto il blog della Ross?"
Ti assicuro che hai tantissimi lettori!!!
bacioniiii
Scritto da: luvi | 18/10/05 a 16:33
Ah! Ross, una pregunta: ma avete dei link a cartine on-line dove poter seguire i vostri spostamenti?
Scritto da: luvi | 18/10/05 a 17:03
Luvi! comprati un atlante!
noi abbiamo appeso una cartina del mondo in cucina, che adesso finalmente ci viene utile :-)
Scritto da: ali | 18/10/05 a 22:22
Ciao cari, volevo solo comunicarvi, in ritardo, che ieri ero a urumqi e quindi "molto" vicini... Baci
Scritto da: andre_ino | 20/10/05 a 03:31
COMUNICAZIONE DI SERVIZIO
Ross,
sono stata incaricata di passarti i complimenti e la commozione da Francesca (l'amica mia e di Rosa che era venuta alla festa anni '70). E anche Francesca quell'altra (quella che stava a BJ ed è venuta al tuo matrimonio) ti legge con attenzione e interesse (come si suol dire).
Io anche, ma già si sa :-)
Scritto da: ali | 21/10/05 a 08:34
amici, a voi tutti che abitate all'estero, volevo dirvi che ieri sera celentano ha riportato santoro in televisione (su rai uno in prima serata!), e ha denunciato la mancanza di liberta' di espressione cominciata col famoso diktat bulgaro. per andare da celentano, santoro ha presentato le dimissioni dal parlamento europeo (perche' un politico non puo' partecipare agli show televisivi, a meno che non sia vespa a dirigerli).
commento finale di maurizio crozza (che spero tutti voi conosciate): "adriano, hai chiamato santoro e santoro per venire si e' dimesso. non potevi chiamare anche antonio fazio?".
Lode a te o Crozza!!
Scritto da: iole | 21/10/05 a 12:34
Hey hey my my...Vi ho trovati!!
Visto la lunghezza dei testi scritti da Rossa`, li leggerò con calma prossimamente.
Il link che il Jianada-ren voleva è seguente:
http://ryosukal.blogspot.com/2007/05/blog-post_11.html
A domani...
Scritto da: Ryosuke il NippoMarchigianU | 17/06/07 a 01:10